Il gioco d’azzardo non arricchisce chi scommette ma chi lo gestisce
di Chiara Demartini, 2B Classico Balbo
All’Istituto Superiore Balbo ha preso inizio il progetto in collaborazione con Libera che ha come tema il gioco d’azzardo e che negli ultimi tempi sta influenzando un numero sempre maggiore di cittadini italiani.
Il primo incontro, che ha visto coinvolte quattro classi (due del Classico, una dello Scientifico e una del Linguistico), si è svolto alcuni giorni fa nell’aula magna “Casalegno” del plesso di piazza Castello: sono stati illustrati alcuni metodi per capire quanto sia del tutto controproducente giocare d’azzardo.
La lezione è stata resa particolarmente interessante per il vivido coinvolgimento dei ragazzi che, divisi in squadre, si sono cimentati nella simulazione di un gioco in cui dovevano puntare dei soldi e aggiudicarsi una sorta di asta.
È stato chiaramente dimostrato come la possibilità di vincere soldi sia solo di chi organizza il gioco e non di chi li rischia per ottenerne di più.
Il fatto poi che il numero di giocatori sia in continuo aumento è dato da un fondamentale elemento: l’accessibilità.
Se un tempo i giocatori d’azzardo si trovavano solo nei casinò, oggi la possibilità di accedere a questo tipo di rischio si trova a un passo da noi.
Basta un bar con le macchinette, un’edicola con le schedine, le cui varianti sono sempre più numerose, e si inizia così a perdere i propri guadagni, i propri risparmi, arrivando spesso non alla ricchezza a cui si aspirava, ma al debito e alla miseria.
Al pari di una droga, la gente che inizia, trova poi grandi ostacoli nel percorso di allontamento da questo tipo di gioco.
L’idea di sensibilizzare i ragazzi a questo fenomeno è stata realizzata appieno, proprio grazie alla dimostrazione scientifica della sua pericolosità.
Tuttavia il progetto prevede ancora numerose tappe, a partire da un altro approfondimento che interesserà le classi dell’Istituto Balbo durante i focus di sabato 8 marzo.